Diego Armando Maradona deve aprire il portafogli. Oggi c’è stata l’ultima puntata di quella che ormai è diventata una vera e propria telenovela e che vede protagonista l’ex Pibe de Oro e il fisco italiano. La commissione tributaria di Napoli ha respinto il ricorso presentato dai legali dell’ex numero 10 del Napoli, che chiedeva di poter usufruire di un condono fiscale. Un condono al quale Maradona avrebbe potuto aderire in passato, ma si è lasciato sfuggire l’occasione di mano, trovandosi ora nella condizione di dover pagare circa 40 milioni di euro.
La diatriba tra Maradona e il fisco va avanti sostanzialmente da vent’anni e a nulla è valso all’ex numero 10 argentino il lifting facciale che lo ha ringiovanito di qualche anno: vecchio o nuovo Diego che sia, deve pagare per quanto il fisco sostiene sia stato sottratto alle sue casse ai tempi in cui giocava nel Napoli. E non è tutto, perché l’ex idolo del San Paolo di Napoli è stato condannato anche al pagamento delle spese giudiziarie, ossia 15.000 euro di cui 10.000 solo per la consulenza tecnica d’ufficio.
La notizia si è appresa solo oggi, nonostante la decisione della commissione tributaria di Napoli si stata depositata ufficialmente lo scorso 14 febbraio. Il ricorso di Maradona risale al 2013 ed era stato presentato dai suoi legali avverso gli avvisi di accertamento emessi per gli anni 1985-1990. Gli avvocati di ‘Dieguito’ avevano chiesto l’annullamento delle richieste esattamente come avvenne per la società del Napoli, la cui posizione era stata condonata. Ebbene, il condono risalente al 2002, secondo la difesa di Maradona, avrebbe dovuto avere effetti anche sulla posizione dell’ex calciatore in virtù del rapporto di solidarietà esistente tra la società e l’ex tesserato. Lettura respinta dalla commissione tributaria che condanna Maradona al pagamento, anche delle spese per il giudizio. Siamo sicuri sia finita qui?
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